fbpx

Corsi di Formazione Bologna

PERCHÉ LA FORMAZIONE AI GIOVANI?

Nella dichiarazione universale dei diritti umani promulgata dall’ONU, si afferma che “l’istruzione è un diritto di ogni persona” (art. 26). L’istruzione è la chiave per una reale integrazione poiché fornisce ai giovani l’opportunità di inserirsi nel mercato del lavoro e nella società in generale.

Coinvolgere i giovani nel processo di apprendimento è un modo per renderli cittadini consapevoli. I progressi di un Paese sono strettamente legati all’elevamento delle competenze della sua popolazione. In ambito europeo, la Conferenza di Lisbona ha individuato nella riduzione della dispersione uno dei cinque benchmark che i Paesi membri debbono raggiungere nel campo dell’istruzione.

Dispersione scolastica

Prevenire la dispersione scolastica è un problema comune a tutti i Paesi europei e, di conseguenza, anche le soluzioni dovrebbero essere comuni ai vari Paesi. Nonostante le differenze fra le società e i sistemi di istruzione dei vari Paesi, resta il fatto che tutti devono far fronte ad un certo numero di studenti che non riescono più a frequentare la scuola e gli effetti di questa sconfitta sono negativi non solo a livello individuale, ma anche sociale.

Con il termine dispersione scolastica si indica un fenomeno complesso in cui confluiscono, a vario titolo, situazioni di disagio sociale connesse al più ampio contesto culturale, economico e familiare, oltre che a dinamiche di tipo soggettivo. Di solito i ragazzi vengono definiti come “dispersi” in quanto evasori dell’obbligo scolastico a causa di bocciature, ripetenze, abbandoni, frequenza irregolare, oppure raggiungono una qualifica con ritardi rispetto all’età regolare o hanno una qualità scadente negli esiti.

Abbandono scolastico

La fascia di dispersione comprende persone con un’età compresa fra i 17 e i 24 anni anche se le maggiori difficoltà scolastiche si determinano già all’inizio dei due cicli di istruzione, quando lo studente si trova ad affrontare un nuovo ambiente e nuove discipline. In generale, le ragazze mostrano una maggiore attitudine allo studio con risultati migliori rispetto ai loro coetanei maschi ma i dati sull’abbandono scolastico, si aggirano su numeri ancora troppo elevati: 20-22 studenti su 100 iscritti alla scuola secondaria di secondo grado non riescono a concludere il proprio anno di studi, secondo una ricerca su base nazionale. Un po’ migliore il dato della Regione Emilia Romagna: circa il 6% dell’intera popolazione scolastica, nella fascia più a rischio, 14-17 anni, abbandona gli studi. Tuttavia, il fenomeno rimane presente, così come preoccupa l’aumento seppur lieve del numero di bocciati che negli ordini di scuola secondaria superiore supera il 30% con punte fino al 50% nei primi e secondi anni degli istituti professionali.

Prevenzione

Prevenire la dispersione scolastica è un problema comune a tutti i Paesi europei e, di conseguenza, anche le soluzioni dovrebbero essere comuni ai vari Paesi. Nonostante le differenze fra le società e i sistemi di istruzione dei vari Paesi, resta il fatto che tutti devono far fronte ad un certo numero di studenti che non riescono più a frequentare la scuola e gli effetti di questa sconfitta sono negativi non solo a livello individuale, ma anche sociale.

Con il termine dispersione scolastica si indica un fenomeno complesso in cui confluiscono, a vario titolo, situazioni di disagio sociale connesse al più ampio contesto culturale, economico e familiare, oltre che a dinamiche di tipo soggettivo. Di solito i ragazzi vengono definiti come “dispersi” in quanto evasori dell’obbligo scolastico a causa di bocciature, ripetenze, abbandoni, frequenza irregolare, oppure raggiungono una qualifica con ritardi rispetto all’età regolare o hanno una qualità scadente negli esiti.

Abbandono scolastico

La fascia di dispersione comprende persone con un’età compresa fra i 17 e i 24 anni anche se le maggiori difficoltà scolastiche si determinano già all’inizio dei due cicli di istruzione, quando lo studente si trova ad affrontare un nuovo ambiente e nuove discipline. In generale, le ragazze mostrano una maggiore attitudine allo studio con risultati migliori rispetto ai loro coetanei maschi ma i dati sull’abbandono scolastico, si aggirano su numeri ancora troppo elevati: 20-22 studenti su 100 iscritti alla scuola secondaria di secondo grado non riescono a concludere il proprio anno di studi, secondo una ricerca su base nazionale. Un po’ migliore il dato della Regione Emilia Romagna: circa il 6% dell’intera popolazione scolastica, nella fascia più a rischio, 14-17 anni, abbandona gli studi. Tuttavia, il fenomeno rimane presente, così come preoccupa l’aumento seppur lieve del numero di bocciati che negli ordini di scuola secondaria superiore supera il 30% con punte fino al 50% nei primi e secondi anni degli istituti professionali.

Come fare?

Molti esempi di buone prassi già esistono, ma sono ancora troppi gli insegnanti che si trovano in difficoltà nell’occuparsi dei bisogni educativi degli studenti a rischio. Come prima cosa bisognerebbe partire da un colloquio conoscitivo del ragazzo/a diretto a orientarlo verso il percorso formativo più adatto tenendo conto del suo curriculum (la sua storia personale e il suo percorso scolastico), delle sue aspirazioni e aspettative, dell’analisi di realtà (si analizza la discrepanza fra i desideri del ragazzo e le sue reali capacità). Spesso il ragazzo ha semplicemente bisogno di cambiare il percorso e in questo andrebbe aiutato a capire i motivi di tale decisione cercando di trovare l’alternativa più adatta.

Ogni “caso” è unico e va discusso in modo individuale trovando per esso una soluzione personalizzata. L’obiettivo è il recupero e il reintegro e questo è un compito che non riguarda solo le scuole ma tutti coloro che sono coinvolti a vario titolo. Le scuole devono diventare comunità educanti chiedendo la collaborazione di istituti ed associazioni. Solo una piccola percentuale di scuole o centri di formazione professionale coopera con istituzioni specializzate nel recupero ed integrazione degli allievi a rischio.

Ma la dispersione incrocia più mondi formativi, dalla scuola alla formazione professionale fino al lavoro.

    Richiedi Informazioni

    Ho letto e accetto la Privacy Policy